L'ultima cena? part #2

L'associazione MonteArte presenta la nuova mostra collettiva dedicata al cibo

Ventidue artisti per rispondere alla domanda Come sarà la mia ultima cena?, in mostra dal 24 maggio negli spazi del paese di Monte, in Val di Muggio


Nei decenni, abbiamo assistito a un deciso richiamo culturale verso la montagna; documentari, letteratura, cinema, hanno trovato una fonte di ispirazione per osservare le cose del mondo da un'altra angolazione, oltre gli insediamenti industriali e delle grandi città, dagli agglomerati che si irradiano sul territorio in forma continua, molecolare. La montagna è anche elevarsi, cogliendo un aspetto della nostra vita fonte di spiritualità, ricerca di uno spazio interiore quale distanza da una comunicazione ininterrotta e ripetitiva, da una realtà che ferisce.


MonteArte esprime un rapporto con il territorio e il paesaggio sostenuto dalla passione e l'amore per i luoghi


L'arte, rappresentazione del nostro passaggio nel mondo - téchne che riassume capacità manuale, visione, creazione - trova da dodici anni ospitalità in Valle di Muggio, nel paese di Monte. Proprio il suo farsi cena e gesto in uno dei più suggestivi paesi alle pendici del Generoso, è diventato progetto aperto all'incontro, alla possibilità d'interagire con conoscenze e competenze diverse. Dal prossimo 24 maggio fino al primo giugno, l'associazione MonteArte, (vedi www.montearte.ch), presenta la mostra collettiva Ultima Cena? part #2, a due anni dalla prima edizione.
Perché, chiediamo a Curt Walter, promotore con Harald Mol del primo atto e di questo in fase d'avvio, tornare sul tema? «Volevamo sviluppare la ricerca iniziata due anni fa, invitando nuovi artisti; ne sentivamo l'esigenza perché il rapporto con il cibo, l'alimentazione, potremmo dire con la nostra storia e identità, trova nell'esperienza artistica un punto di grande interesse. L'arte è parte integrante della vita, è la vita stessa e staccandosi dai canoni usuali ci offre uno sguardo non riduttivo sulla realtà, a volte anticipandone i processi». Cosa avete chiesto agli artisti? «II degrado ambientale, l'inquinamento, le sostanze nocive, ci spingevano a chiedere come pensare a una cena limite, ultima, un momento cruciale nel quale tutto si compie e non esistono altre possibilità. Bene; come la immagineresti? In che modo potresti rappresentarla? Con quali toni? Dei circa settanta autori ne abbiamo selezionati ventidue, quelli che a nostro modo di vedere hanno toccato il tema con forza e provocazione, dando energia al discorso. In fondo, l'arte è aprirsi a zone di confine reali e simboliche non tanto per trovare soluzioni ma per porre domande; ricercare».

Accanto a Curt, Irene Petraglio, che segue varie attività nel contesto della valle. Quale, a suo avviso, il senso del nuovo progetto? «Tutto quello che MonteArte esprime, e il primo luogo un rapporto con il territorio e il paesaggio, sostenuto dalla passione e l'amore per i luoghi che abitiamo; la prima edizione erano cibi semplici proiettati sugli edifici, i muri delle case illuminati. Un percorso già avviato,qualche anno prima col tema, In ... Boscamento utilizzando 53 proiettori di diapositive posti all'interno del villaggio; il bosco assumeva la parte centrale. Un bosco che circonda, avvolge, che 'entra' nelle nostre case.
Questa seconda edizione propone l'installazione delle opere dentro gli ambienti del nucleo: le vie, una stalla, l'ex Casa Comunale, la piazza, una cucina, insieme ad altri momenti d'incontro e performance, tra cui uno spettacolo di cabaret. Siamo partiti dall'idea di scoprire la valle in modo diverso, non solo legato a feste e sagre, seguendo artisti che fanno le loro proposte, liberamente. Dal tema delle streghe, fino ai graffiti, la musica hip hop, la danza, i fumetti, le passeggiate letterarie con Alberto Nessi, un'articolazione di generi e stili».
Curt Walter, sottolinea «che è importante fondere differenti linguaggi artistici e con questo anche le lingue, le culture che vanno da nord a sud, nella loro unicità: un work in progress fuori dai soliti spazi, nato con spontaneità e senza molte aspettative. Un bel cammino, pensando che ora contiamo 120 soci». Qualcosa da ricambiare, con la stessa passione.

Voci d'artista

Riprendendo la domanda posta da Curt Walter e Harald Mol - «Come sarà la tua ultima cena, come metterla in una cornice artistica?» -, ascoltiamo tre voci d'artista.
Ecco Sandra Snozzi. «L'esposizione a Monte dà la possibilità di contestualizzare la mia opera il cui contenuto quasi assoluto, primario, è l'animale; l'installazione riprende un po' l'idea dell'umanità dell'animale e l'animalità dell'uomo, in scene quotidiane. Qui, è un cane che mangia in tavola nella cucina di una vecchia abitazione, accessibile al pubblico. Il cane la abita ed evolverà nello spazio. Scene, che spesso sono riprese da racconti di fiabe dove l'animale è visto a livello d'inconscio collettivo, arcaico e vivente, un lavoro eclettico che integra anche il pensiero di Jung, testimonianza di un'eredità che si adatta al tempo che viviamo».


Una forte emozione


Accanto a quella di Sandra Snozzi, ecco la voce di Myriam Maier, ceramista. «È una ricerca interessante; personalmente non ho voluto fare un lavoro di denuncia o polemico, ho scelto invece una forma giocosa che potesse portare a una riflessione. Dei piatti e su questi parole che esprimono concetti modi di essere della vita quotidiana, 113 parole che ogni persona può scegliere e inserire come se fosse cibo per la mente, osservando le sue e quelle degli altri».
Infine, ecco Manuela Villa Petraglio. «Il nesso tra contesto e opera è stimolante. Il lavoro, un frammento di una mostra che risale al 2001 presentata a Balerna, dal titolo 'Ovisaries' frutto della collaborazione con AI Fadhil, video e Stefano Villa, testi poetici, verrà esposta all'interno di una stalla, cosa che avevo pensato già allora. Se mi si chiede cosa farei in un'ultima cena so piuttosto cosa non farei, mettere sul piatto un agnello, perché simbolo inerme di fronte alla violenza e alle atrocità del mondo. Non mi è mai successo di riprendere un lavoro dopo dieci anni, ma tornare a Monte è un po' destino, un discorso sulle origini e la memoria. Una forte emozione».

La Regione Ticino / 20 maggio 2014 / di Massimo Daviddi


Una speciale ultima cena tra arte, musica e cabaret

Monte - Piazza della Chiesa

Un nuovo progetto anima il nucleo storico di Monte (frazione di Castel San Pietro) a firma dell'associazione culturale MonteArte che, nell'ambito di una mostra collettiva dal titolo Ultima cena? Part #2 - con opere di artisti provenienti da Svizzera, Italia, Germania, Scozia e USA - promuove una serie di performance e appuntamenti musicali, teatrali e cinematografici che orbitano attorno all'elemento base della sopravvivenza: il cibo.

Ad arricchire il vernissage (18.00) dell'esposizione, sabato 24 maggio alle 19.00, nella Piazza della Chiesa (se piove, nella Casa comunale), l'assolo di danza di Jsabella Gnos dal titolo Omaggio all'acqua potabile, seguito dalla perfomance Inno funebre al lectus funebris di Claudia Brodbeck. La serata prosegue poi con un intrattenimento musicale affidato al quartetto ITuabiiscion, guidato dal chitarrista Davide Zoppellari (chitarra).

Il cibo è protagonista anche domenica 25 maggio con lo spettacolo di cabaret Agrodolce proposto dal noto cornico di Zelig Claudio Batta che, a partire dalle 18.00, dispensa al pubblico in Piazza della Chiesa (se piove, al Centro scolastico di Castel San Pietro) spunti(ni) di riflessione sull'alimentazione e sugli sprechi, conditi con una buona dose di sane risate (prenotazioni: info. montearte@gmail.com).

Il progetto di MonteArte prosegue mercoledì 28 maggio (ore 21.00, solo in caso di bel tempo) con la visione in piazza di un film a sorpresa e si conclude domenica 1. giugno con il finissage della mostra dalle 11.00 alle 15.00 tra bancarelle tematiche e workshop.
Info su www.montearte.ch

Extra / Nr.21 del 22 maggio 2014


MonteArte e la sua ultima cena

Domani il vernissage della mostra collettiva in Valle di Muggio

Un nuovo progetto animerà il nucleo di Monte a firma dell'associazione culturale MonteArte, il cui obiettivo è di invitare artisti ed artiste a Monte e di offrire loro una piattaforma per la loro creatività e le loro opere, un progetto artistico che quest'anno vede la partecipazione di 20 artisti in una mostra collettiva di arte contemporanea.

La direzione artistica di Ultima cena? Part #2 è stata affidata a Harald Mol e Curt Walter che già erano stati ideatori e progettisiti delle proiezioni sulle facciate per Ultima cena? Part #1. Nel 2013 hanno lanciato nel mondo dell'arte un Call for submissions, invitando gli artisti a presentare progetti che rispopndessero alla domanda specifica : Come sarà la mia ultima cena?

54 le iscrizioni pervenute le quali sono state attentamente valutate da parte degli organizzatori: la scelta è caduta su 20 opere di artisti provenienti da diversi Paesi quali Svizzera, Italia, Germania, Scozia e USA. Tra gli artisti di casa nostra potremo vedere esposte opere di Daniela Carrara, Daria Caverzasio-Hug, Myriam Maier, Sandra Snozzi, Manuela Villa-Petraglio.

Dal 24 maggio al 1° giugno le opere vengono esposte sotto forma di mostra collettiva, individualmente o in gruppo, presso la Ex-Casa Comunale, le cantine, le stalle e all'aperto, nel magnifico nucleo storico di Monte.i artisti di casa nostra potremo vedere esposte opere di Daniela Carrara, Daria Caeverzasio-Hug, Myriam Maier, Sandra Snozzi, Manuela Villa-Petraglio.

Tutta l'esposizione orbita attorno all'elemento base della sopravvivenza: il cibo. Gli artisti propongono opere personali edite o inedite, nella speranza di contribuire ad un'analisi approfondita e critica della relazione tra l'uomo e l'alimentazione. L'esposizione sarà visitabile ogni giorno dalle 14 alle 20. Il vernissage è in calendario domani sabato 24 maggio, alle 18 sul sagrato della chiesa (in caso di cattivo tempo presso la Casa comunale a Monte) con la presentazione di Massimo Daviddi, poeta, formatore, e giornalista, alla quale seguirà una performance di Jsabella Gnos dal titolo Omaggio all'acqua potabile e una di Claudia Brodbeck intitolata Inno funebre al Lectus Funebris. Seguirà un aperitivo con creazioni finger-food dell'osteria Montanara e intrattenimento musicale con il gruppo di musica folk, I Tirabüscion.

Thtta l'esposizione orbita attorno all'elemento base della sopravvivenza: il cibo. Gli artisti propongono opere personali edite o inedite, nella speranza di contribuire ad un'analisi approfondita e critica della relazione tra l'uomo e l'alimentazione. L'esposizione sarà visitabile ogni giorno dalle 14 alle 20. Il vernissage è in calendario domani sabato 24 maggio, alle 18 sul sagrato della chiesa (in caso di cattivo tempo presso la Casa comunale a Monte) con la presentazione di Massimo Daviddi, poeta, formatore, e giornalista, alla quale seguirà una performance di Jsabella Gnos dal titolo Omaggio all'acqua potabile e una di Claudia Brodbeck intitolata Inno funebre al Lectus Funebris. Seguirà un aperitivo con creazioni finger-food dell'osteria Montanara e intrattenimento musicale con il gruppo di musica folk, I Tirabüscion.

A corollario del tema domenica 25 maggio alle 18 sul sagrato della chiesa a Monte verrà proposto lo spettacolo del comico, già di Zelig, Claudio Batta Agrodolce che porta lo spettatore a riflettere sulla tematica dell'alimentazione e degli sprechi con ironia e intelligenza, il tutto condito con una buona dose di sane risate. Biglietti all'entrata a fr. 15 (ragazzi fino a 16 anni gratis), in caso di cattivo tempo lo spettacolo verrà proposto presso le scuole comunali di Castel San Pietro, in caso di dubbio chiamare il numero 1600.

Mercoledì 28 maggio, solo in caso di bel tempo, si terrà la proiezione del film a tema dal titolo Come acqua per il cioccolato alle 21 sul sagrato della Chiesa a Monte.

Il finissage si terrà domenica 1° giugno, dalle 11 alle 15 con una proposta culinare in piazza e un mercato tematico colorato e stuzzicante con suggestioni legate al cibo e una mostra completa sulle api e le loro attività.

MonteArte considera vitale l'architettura e il paesaggio che ci circonda e un'elaborazione artistica degli spazi pubblici aperti uno dei mezzi più importanti ed efficienti per avvicinare e allacciare la vita all'arte. Ritroviamo così una nuova elaborazione del concetto di arte che non è più intesa come l'oggetto esposto ma come qualcosa che interagisce con noi e con lo spazio nel quale viviamo.

L'Informatore / 23 maggio 2014


Tra il vivere e il morire, un commento a MonteArte

La preposizione tra: un passaggio nel percoro spazio-temporale a disposizione di ogni essere vivente per muoversi, in contrapposizione al prossimo fermarsi. Sono sempre tantissime le mostre da visitare. Alcune toccano questi temi in cui la cretaività degli artisti si confronta con l'aspetto postumo della vita, il dopo vissuto. Il Prepassaggio intuito dal tema titolo della mostra Ultima Cena? Part #2 è stato da scoprire nell'allestimento a Monte, sulla sponda destra della valle di Muggio, nell'ambito naturale del villaggio. La natura, maestra della arti, ispira e insegna. L'artista interpreta. In questo caso, la natura accoglie e vive anch'essa con disinvoltura. L'arte non vuole forzature soprattutto in ambito naturale; lo sa bene Manuela Villa-Petraglio convinta e decisa sul tema della mostra. Artista, da sempre attiva in questa area di pensiero a lei cara e conosciuta, che opera con grande sensibilità nei confronti di ogni forma di vita. In una stalla è stata allestita la sua opera Frammento, composta da tre dipinti dell'artista stessa, da un video (Pecorapecus) dell'artista Al Fadhil costantemente attivo e da estratti di due poesie di Stefano Villa, riprodotto su carta trattata in formato A4.

Il dolore per la morte/ Si insinua subdole fra le pieghe del pensiero/ Disossando e dirompendo/ Conducendo alla morte più profonda/ Alla morte eterna.../ Ricordando olocausti/ I morti per la tortura.../ La fame/ devastazioni di guerra.../ La fine!/ Perché tiutto ciò/ Sembra non poter avere un seguito (da Penthos - Il dolore per la morte - 2001).

... Noi dotti animali lasciamo tracce nella neve fuggendo/ verso un destino comune incontro a un muro cieco/ Oscilliamo pavidi e pallidi./ Siamo l'idea di un creatore lontano/ Popoliamo quelle lunghe notti/ Di personalità diverse eppur così uguali/ per svanire all'alba della luna nuova./ Ritroveremo quelle bianche tracce di neve un giorno?/ Incontreremo noi stessi piangenti inspiegabili equinozi/ Susseguirsi d'equinozi, le stagioni, congetture divine./ Quei piani di sogno, il tempo circolare/ L'eresciarca sorride dell'arroganza dell'uomo/ La cultura in fondo è più effimera del vento (da La natura delle cose - 2001.

I due artisti sono stati invitati ad esprimersi su temi riguardanti gli animali e il comportamento dell'essere umano. L'odore del fieno, che riconduce all'elemento ancestrale, è la principale forza espressiva che lo spettatore avvertiva già all'entrata della stalla. Anche l'opera di Daniela Carrara è degna di nota. Sollecita lo spettatore, distratto o meno, a guardare nel piatto, elemento centrale dell'installazione proposta per una nuova presa di coscienza sull'attualità. Tralascio di nominare tutti gli artisti, scelti ad hoc dal comitato MonteArte. Tutte le opere apparse di indubbio interesse e degne di essere apprezzate. La bella mostra di Monte, organizzata dall'Associazione MonteArte, progettata e indeata da Harald Mol e Curt Walter, non appartiene alla giungla di mostre proposte qua e là ed è stata meritevole di essere veduta. Penso al villaggio, ai percorsi e alle opere inserite con complicità reale, uniti in un sogno-sognante con sufficiente responsabilità.
Ultima Cena? Part #2 si è conclusa la scorsa settimana.

Marisa Casellini

copyright montearte 2019

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